Trattasi di un terreno di quasi una giornata piemontese (antica misura piemontese consistente in 3.810 m2, pari all'estensione di un terreno arabile da un bue in una giornata di lavoro).

Il terreno, parte in piano e parte in pendenza, confina con numerosi lotti confinanti, anch'essi ormai abbandonati e colonizzati da alberi, costituendo quindi di fatto una porzione di un bosco molto più grande. Pervenutoci in donazione in data 17/12/2024 dai fratelli Ezio e Bruno, proprietari a loro volta per donazione da parte del nonno, il terreno, sebbene registrato a catasto come "seminativo" risultava da tempo condotto a bosco ceduo di robinia, abbandonato ormai da tempo e lasciato alla naturale evoluzione.

Oltre ad alcuni esemplari di noce il lotto presenta una notevole invasione di essenze infestanti quali edera e vitalba. Sottobosco formato anche da sanguinella e sambuco. Interessante la presenza di numerosi alberi morti, sia in piedi che a terra, che potrebbero costituire l'habitat prescelto dai picidi per la presenza degli insetti xilofagi.

Linee guida: sarebbe interessante intervenire immettendovi essenze più pregiate quale la farnia,
carpino bianco e ciliegio selvatico e contenere le piante infestanti.