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Vado per la prima volta a S. Fiora 2 dopo l’acquisto

Marco Clericuzio

Ed eccomi a mostrarvi la situazione del nostro recente acquisto, i 5.8 ettari di S. Fiora (da noi chiamato S. Fiora 2, per distinguerlo dall’altro, S. Fiora 1, donatoci dalle sorelle Domenichini), bosco acquistato da Ilvo Santoni, un anziano erudito del luogo (insegnante in pensione), che ha una conoscenza formidabile del suo territorio, estrinsecatasi nella pubblicazione di vari libri sulla storia e la toponomastica di Santa Fiora.


Poche settimane fa sono ritornato nel nostro bosco insieme al buon Niccolò Cordone, con il quale abbiamo sistemato i nostri cartelli segnalatori.

Anche qui ho dovuto portarmi cesoie e tagliasiepi, perché ancor più che a Sfiora 1, i rovi e gli arbusti spinosi rendono assai difficile lo spostamento all’interno del bosco. In realtà, con un po’ di fatica, sono riuscito a ricreare una sorta di percorso, che in parte coincide con un sentiero già esistente. Non certo un sentiero escursionistico, bensì una pista forestale servita agli ultimi tagliatori del bosco, taglio eseguito circa10-15 anni fa.

Valore ecologico del bosco

Però, ad onor del vero, devo dire che mi sono abbastanza ricreduto sul valore ecologico di questo bosco, rispetto alle prime impressioni che avevo avuto, andandoci un po’ di corsa. Se infatti vari alberi sono molto giovani o sono ceppaie che hanno pollonato (formato polloni, cosa anche esteticamente piuttosto brutta da vedersi), è altrettanto vero che le matricine sopravvissute all’ultimo taglio sono ormai alberi di 30-40 anni. Ed in alcuni punti ve ne sono diverse ravvicinate, anche piuttosto fitte; inoltre qui e lì vi sono alcune rare querce ancora più vecchie, direi a naso di una 50ina di anni di età.


Alcune immagini del bosco di S. Fiora 2, dove si notano le querce grandicelle di cui sopra
.

Il sottobosco è molto folto e in buono stato.

Tra una 20ina di anni questo bosco inizierà a tornare all’antico splendore, e fra 40, quando io certamente non ci sarò più, diventerà un signor alto fusto. C’è anche un ruscelletto che divide in due la proprietà, ed aumenta la biodiversità del bosco. Inoltre l’intrico della vegetazione, che a noi umani dà così tanto fastidio, si rivela invece una manna per tanti piccoli uccelli passeriformi che si sentono cinguettare al nostro cammino.


Ancora, un’immagine di un carpino che sta mettendo le foglioline nuove

Cosa volete, a volte penso che noi del FFI siamo come il fanciullo che voleva svuotare il mare con una conchiglia, apparso a S. Agostino sulla spiaggia tra Civitavecchia e Tarquinia.

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Così noi del Fondo Forestale Italiano cerchiamo di opporci alla dilagante devastazione dei nostri boschi, salvando ettaro dopo ettaro, come brave formichine. Ma ora è venuto il momento di fare un balzo in avanti e tentare di acquisire boschi di dimensione ed importanza maggiore. Abbiamo iniziato con i 110 ha di Lenna (BG), generosamente donatici dai fratelli e sorelle Calvi.

Per quanto riguarda gli acquisti siamo a buon punto con i 90 ettari di Marsciano (PG), e con i 25 ettari di Nesso (CO).

Ora addirittura stiamo valutando di prendere in considerazione l’acquisto di ben 900 ettari in provincia di Grosseto.

Evidentemente servono cifre considerevoli, che noi non possiamo avere: perciò confidiamo nella generosità di imprese che possano essere interessate.

Marco Clericuzio
Professore di Botanica Farmaceutica all’Università del Piemonte Orientale

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