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Ruolo dei predatori nella creazione di un “paesaggio della paura”.

Il ritorno dei lupi ha ridotto in Wisconsin (USA) le collisioni tra auto e cervi del 24%, producendo un beneficio economico che è 63 volte maggiore dei costi della predazione verificata dei lupi sul bestiame.

La maggior parte di tale riduzione è dovuta a una risposta comportamentale dei cervi ai lupi, piuttosto che a un declino della popolazione di cervi dovuto alla predazione dei lupi.

Questa scoperta supporta la ricerca ecologica che sottolinea il ruolo dei predatori nella creazione di un “paesaggio della paura”.

Suggerisce che i lupi controllano i danni economici causati da cervi in ​​eccesso in modi che i cacciatori di cervi non possono”.

In sostanza, abbattere lupi per prevenire i danni agli allevatori comporta un aumento, tra l’altro, dei danni alla salute e al patrimonio di tutti gli altri.

I lupi infatti non fanno tanto diminuire i cervi sotto una certa soglia, quanto piuttosto ne riducono gli spazi e i movimenti, a causa del timore che la loro semplice presenza ingenera nelle potenziali prede, che limita la loro disponibilità alimentare e il loro accoppiamento: un cervo che si senta in pericolo, potrebbe non uscire dalla foresta nonostante nei campi sia disponibile erba in quantità.

Quindi il rapporto ecologico cervo/lupo è meno cruento di quanto si pensi. Questo vale anche per le altre prede, come i cinghiali, che si sostituiscono al cervo in tanti luoghi del nostro Paese.

La selezione che possono fare i cacciatori non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella che fanno i lupi.

Quando si decide di aprire ad azioni di abbattimento, sarebbe necessario pertanto informare, anche con dibattiti, tutti quei cittadini che potrebbero subire effetti negativi. Sarebbe anche necessario che altre categorie, come ad esempio gli agricoltori, si informassero meglio sui danni economici che potrebbero ricevere dall’abbattimento dei lupi.

Ecco la fonte

Cristiano Manni.

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