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Il lupo: storia di una dispersione

Con il secondo articolo di Cristiano Fant continua il viaggio nel meraviglioso mondo dei lupi.

“In poco più di mezzo secolo il lupo ha riconquistato quasi tutte le terre che occupava all’inizio del ventesimo secolo. Nonostante il sapiens abbia colonizzato gran parte della penisola italiana, il predatore è riuscito a ritagliarsi areali nei quali sopravvivere e aumentare di numero. Tutto questo grazie al processo detto “di dispersione”.

Spesso non si comprende cosa significhi vivere da lupi e non si capisce che la dispersione di un individuo è una cosa molto seria.

La percezione che ha la maggior parte della gente è che il lupo fa una vita agiata, cacciando il cibo che gli serve, con ferocia e crudeltà e riposando il resto del tempo. Ma le cose sono ben diverse. In questo articolo mi limiterò a parlare della dispersione come elemento primario per cominciare una nuova e complicata vita, più avanti parlerò della gestione del potere nelle comunità dei lupi.

Andare in dispersione significa stravolgere completamente la propria vita per due motivi: si abbandona un luogo sicuro, dove si è nati e dove vivono i propri familiari e ci si prepara ad affrontare tantissime difficoltà per trovare un proprio territorio ed una/un compagna/o; tutto questo senza avere nessuna certezza di farcela, tutto questo senza sapere a quali pericoli si andrà incontro. Ma allora, perché non restare in famiglia? Perché non vivere una vita in famiglia, evitando problemi e pericoli? In verità, qualche individuo decide di farlo, di non andarsene di casa.                                                                                                                                                      

Facendo un paragone con l’essere umano potremmo dire che i lupi sono animali completi, che maturano in fretta e che non intendono pesare sulla famiglia e, appena possono, preferiscono farsi una vita in autonomia. Ma guardare le cose dal punto di vista umano, parlando di animali non è mai corretto. Guardando la cosa dal punto di vista naturale, il principale scopo di ogni specie è garantire il proseguo della stessa, per cui allontanarsi per creare nuove unioni e rinforzare la specie stessa è fondamentale, anche se rischioso.                               

La dedizione del lupo per i propri cuccioli, la cura, l’attenzione che ogni individuo adulto pone verso i cuccioli è esemplare e va ben oltre il concetto di amore, così come lo concepisce il sapiens che spesso, proprio per amore, rischia di fare del male o peggio uccidere i propri familiari. Il legame atavico e ben radicato dell’adulto nei confronti del cucciolo ci rivela quanto sia importante tutelare i piccoli sino a quando non siano in grado di arrangiarsi da soli perché rappresentano il futuro della specie e non si tratta di un pensiero costruito, programmato, nella mente del lupo (e questo vale per ogni altra specie) ma di un’esigenza naturale che non ha bisogno di essere posta in forma di interrogativo perché il lupo è ben conscio del proprio ruolo nell’ambiente, a differenza del sapiens.

La dispersione è un periodo della vita del lupo che non è quantificabile i termini di tempo perché all’individuo non è dato sapere quando troverà un territorio ed un/una compagno/a per creare una famiglia ed i due eventi sono legati a filo doppio perché avere un proprio areale ma nessuno con cui creare un branco è inutile e pericoloso, mentre essere una coppia costretta a girare senza un territorio proprio espone a pericoli enormi.                                                                                                                                                                          

Il tragitto da compiere è dei più variabili e può comportare l’attraversamento di montagne, fiumi e/o ruscelli, zone innevate, strade a grande percorrenza, paesi, città e territori già occupati da altri branchi di lupi per i quali il soggetto in dispersione appare come un pericoloso invasore.                                                                               

La percentuale di lupi che muoiono durante la dispersione è decisamente alta; la morte può essere causata da investimenti stradali, attacchi da parte di altri individui, anche di specie diversa (cani, orsi, ecc.), bracconaggio antropico che si manifesta in diversi modi (sparo, avvelenamento, trappola costituita da lacci, tagliole, ecc.), incidenti in autonomia (durante gli spostamenti, durante la caccia, ecc.), malattie.”

Cristiano Fant: Scrittore, Operatore esperto in Etologia Relazionale, Operatore di Zooantropologia Didattica presso SIUA, esperto di leggi a tutela degli animali.

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