Domenica scorsa, addì 10 di novembre, sono ritornato nel nostro terreno di S. Fiora 1, a svolgere la mia attività “istituzionale” di custode del bosco.
Era un po’ che non ci andavo, ed in effetti c’era un gran bisogno di una certa manutenzione. L’ingresso al sentiero che porta alla proprietà era praticamente impercorribile per una super ricrescita di rovi, probabilmente dovuta alle piogge colossali di settembre ed ottobre. Ho così provveduto a ripristinare il passaggio, eliminando il grosso dei rovi. Non uso la parola pulire, perché detesto l’idea che la natura sia sporca: anche i rovi compiono il loro mestiere di far ricrescere il bosco. Ma il rovo comune (Rubus ulmifolius) è una pianta fortemente eliofila, che cioè ama la luce del sole; quindi è frequente ed abbondante ai margini del bosco, ma quando quest’ultimo ricresce a sufficienza, ed inizia a creare ombra, il nostro rovo si dilegua come Dracula al far del giorno.
Era una bella giornata di tardo autunno, fresca, ma non fredda, con un bel sole ormai quasi al nadir (punto più basso); tutti i prati erano di un verde smeraldo intenso, sempre a seguito di un inizio autunno estremamente piovoso. Gli alberi di latifoglie erano già nel pieno del cambiamento di colore delle loro foglie, in un tripudio di gialli e rossi: insomma per ammirare un bel foliage, non c’è bisogno di andare per forza nel New England!
Scendendo lungo il sentiero che costeggia la ns. proprietà, mi sono fermato ad osservare la bellezza del paesaggio circostante.
Il mix di conifere (in parte piantate dall’uomo, è vero), e di latifoglie, comunicava una sensazione come quella di essere in un qualche remoto parco del Nord America, casomai sulle Montagne Rocciose (!). La foto che segue mostra un tratto del nostro bosco, con sullo sfondo, i folti boschi tra Santa Fiora e Castell’Azzara, di grande valore ecologico. Quel monte “pizzuto” che si intravede in fondo a destra è il Monte Penna, dove si trova l’omonima riserva naturale, scrigno di biodiversità.
Ho provato poi ad inoltrarmi nel folto del bosco. Direi niente male, dal punto di vista sia estetico che ecologico. Il grosso dei boschi circostanti (ed in parte anche il nostro) sono purtroppo cedui o cedui abbandonati (o meglio neo-fustaie, come suggerisce il ns. socio Cristiano Manni, che ne capisce qualcosa…).
Ma nella classica situazione di anarchia territoriale italiana (non parliamo poi della bassa Toscana), possiamo trovare piccoli lembi sfuggiti al taglio da un bel po’, con alberi anche di ottime dimensioni. Questi sarebbero tasselli di natura da difendere con le unghie e con i denti, cosa assai difficile in questo momento storico. Ma noi del FFI ci stiamo provando!!
Avrei voluto proseguire in discesa fino ad arrivare al torrente di fondovalle (Rigo), ma mi sono dovuto fermare di fronte ad un vero e proprio muro di rovi, dovuto, per l’appunto, a recenti tagli boschivi.
Considerazione finale, piuttosto amara: quante persone ho incontrato in questa escursione? Zero. E non solo sul sentiero di accesso al ns. bosco, ma anche nei tanti sentieri posti nelle vicinanze. Qualche volta si incontra un vecchietto/a che cammina ai margini delle strade asfaltate, cosa che hanno fatto da sempre; ma se cercate qualcuno più giovane, casomai con zaino in spalla e cartina in mano, allora rimarrete delusi. Solo quaranta anni fa, sembrava che tutti fossimo diventati ecologisti, ma si è trattato solo di una delle tante mode urbane effimere; oggi i giovani hanno tutt’altri interessi. Eppure non ci può essere vera conservazione se non si coinvolgono le giovani generazioni, quelli che saranno gli adulti del futuro. Bisognerebbe riprendere a fare educazione ambientale, iniziando dalle scuole. Battaglia non facile, visto che i nostri avversari sono sul piede di guerra, e vigilano affinché “gli ecologisti non vadano a dire ai bambini che il bosco non si tocca”, come ho sentito dire, in pubblico, a dei funzionari della locale unione dei comuni montani.
Seguitemi, perché nei prossimi giorni pubblicherò un analogo resoconto su S. Fiora 2!
2 risposte
Bellissimo il bosco e bellissima la relazione.
Complimenti
Grazie Pietro