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Definire “cosa è una foresta” può portare a una conservazione più efficace

Gli alberi punteggiano il paesaggio di una savana in Tanzania, Africa. Secondo la definizione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, le aree scarsamente alberate, come le savane, potrebbero essere definite foreste. Foto di Incamerastock / Alamy Stock Photo.

“Sebbene intuitivamente possa sembrare ovvio cosa sia una foresta, in realtà esistono centinaia di definizioni utilizzate da diversi Paesi e organizzazioni in tutto il mondo. Ciò può avere importanti implicazioni per il modo in cui vengono misurate le foreste e, soprattutto, i cambiamenti delle foreste …. È tempo di ripensare le definizioni di foresta in modo che le foreste e la deforestazione siano quantificate in modo coerente e affidabile per valutare se sono stati raggiunti i risultati di conservazione delle foreste a livello globale. Quando la comunità politica si chiede “la deforestazione sta aumentando o diminuendo?”, la risposta accettabile non può più essere ‘dipende'”. Quanto sopra è un estratto dell’articolo: https://www.wri.org/insights/rethinking-definition-forest-monitoring


La definizione in uso in Italia è quella del INFC, che ricalca quella FAO:

Bosco: Territorio con copertura arborea maggiore del 10% su un’estensione maggiore di 0,5 ha. Gli alberi devono poter raggiungere un’altezza minima di 5 m a maturità in situ. Può trattarsi di formazioni chiuse o aperte. Soprassuoli forestali giovani, anche se derivati da piantagione, o aree temporaneamente scoperte per cause naturali o per l’intervento dell’uomo, ma suscettibili di ricopertura a breve termine secondo i requisiti sopra indicati, sono inclusi nella definizione di bosco. Sono inoltre inclusi: vivai forestali e arboreti da seme (che costituiscono parte integrante del bosco); strade forestali, fratte tagliate, fasce tagliafuoco e altre piccole aperture del bosco; boschi inclusi in parchi nazionali, riserve naturali e altre aree protette; barriere frangivento e fasce boscate di larghezza superiore a 20 m, purché maggiori di 0,5 ha. Sono incluse anche le piantagioni finalizzate a scopi forestali comprese quelle di alberi da gomma e le sugherete.

Quel limite di copertura arborea del 10% che serve a definire un bosco implica che un bosco rimane considerato tale anche quando è ridotto ai minimi termini, purché la copertura arborea non scenda sotto tale valore. Pertanto, a meno di un cambio definitivo di uso del suolo (che renderebbe impossibile la ricopertura a breve termine) un bosco, per come è definito, smette di essere tale solo in presenza di tagli (autorizzati o meno) che ne abbattano oltre il 90% della copertura arborea.

Quindi un terreno di 5000 mq rimane considerato boschivo fintanto che le chiome degli alberi coprono un’area maggiore di 500 mq e, tanto per esempio, un bosco di 5000mq viene considerato tale anche quando gli è stata tolta il 90% della copertura arborea!

Il seguito di questa analisi lo trovate nell’articolo di questo blog “La superficie boschiva aumenta (?) ma il numero degli alberi diminuisce!”

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