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Giù nella valle. Cognetti racconta la violenza, anche sulla natura.

LIBRI

Sezione inferiore della copertina del romanzo, illustrata da Nicola Magrin

Pubblicato da Einaudi a ottobre 2023 il romanzo racconta la violenza che l’uomo esercita verso i suoi simili e verso l’ambiente che lo circonda. Con parallelismi di luci e ombre tra il mondo animale, quello umano e quello naturale, Cognetti si fa portavoce della rabbia e dell’ansia climatica di una generazione. In sottofondo Nebraska di Bruce Springsteen, a cui l’autore si ispira per la cupezza che aleggia sulla valle, insieme a La Dea Bianca, poema gallese da cui viene estratta e adattata La battaglia degli alberi a chiusura del romanzo.

LUCE E OMBRA

La luce e l’ombra sono le vere protagoniste del racconto. Sono rappresentate nel mondo animale dai due cani: maschio dal mantello scuro, che semina il panico tra gli altri animali, accompagnato da una femmina innocente e candida, come la sua pelliccia; nel mondo umano da Alfredo, che impersona la fuga da un passato torbido e l’alienazione della città, in contrapposizione con suo fratello Luigi che invece è rimasto e con Betta, moglie di quest’ultimo, che dalla città si trasferisce in valle per vivere “la vita vera”; e infine nel mondo naturale con i due lati della Sesia, al sole e in ombra, e dai due alberi piantati dal padre davanti alla baita di famiglia: il larice e l’abete. È su quest’ultimo aspetto che vorrei concentrarmi.

LA VALLE

La Valsesia è raccontata in maniera verosimile, con l’ambiente deturpato dall’industria, il fiume inquinato e la popolazione scesa di quota per seguire la promessa di maggiore ricchezza, non riuscendo più a riconoscersi nella bellezza delle vette. Una valle che nonostante tutto continua a rincorrere l’economia, con una nuova pista da sci che sulla carta assicura benessere, ma che costa l’abbattimento del bosco. Fatto di cronaca: le descrizioni di ambiente e popolazione hanno suscitato il recente malcontento degli abitanti, forse il segnale che è stata toccata una nota dolente.

GLI ALBERI E LA LORO BATTAGLIA

Le personalità dei due fratelli protagonisti sono rispecchiate negli alberi che il padre ha piantato in gioventù davanti alla baita di famiglia: il larice, Luigi, è l’essenza che ama il sole, la cui chioma è protesa verso l’alto; l’abete, Alfredo, coi suoi rami preferisce allargarsi, come in una sorta di protezione. I concetti di luce e ombra ancora una volta richiamati. Lo straniamento da una realtà ambientale che lo ha generato ma in cui non si riconosce più, genera in Alfredo frustrazione e rabbia, che raggiunge il culmine nel momento in cui decide di abbattere l’abete che lo rappresenta e di darsi alla fuga, come a voler tagliare definitivamente i ponti con la valle. Lo stesso tipo di violenza lo ritroviamo poche pagine più avanti, a conclusione del romanzo, quando per fare posto alla pista da sci le ruspe muovono verso il bosco. In quella battaglia epica tra piante e mezzi meccanici ritroviamo ancora una volta il doloroso distacco dell’uomo dall’ambiente che lo circonda.

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