Sabato 29 Ottobre 2022 a Perugia si è tenuto il secondo convegno nazionale del FFI. Quest’anno l’argomento è stato il rapporto bidirezionale esistente tra alberi ed acqua e quindi anche tra boschi e acqua.
Il convegno ha avuto luogo
presso la Sala della Vaccara nel bellissimo Palazzo dei Priori a Perugia
e il video è disponibile su Youtube
Competenti e autorevoli relatori hanno fatto il punto sull’importanza degli alberi dal punto di vista idrico e idrologico, cosa ben nota a tecnici e scienziati ma meno presente nel pensiero collettivo. I relatori hanno spaziato su molteplici aspetti che legano indissolubilmente gli alberi, e quindi i boschi, all’acqua che è fonte di vita per noi tutti, umani, animali e piante.
La relazione Alberi-Acqua ha ovvie valenze per l’ agricoltura e l’arboricoltura ma riguarda anche la forestazione urbana e perfino la selvicoltura, senza dimenticare l’ambito simbolico che è molto importante per l’uomo. La biodiversità dipende fortemente dalla presenza di acqua e la conservazione della biodiversità è un tema centrale non solo per le nostre istituzioni nazionali e regionali ma è addirittura cruciale in Brasile e negli altri paesi soggetti a deforestazione.
Il convegno è stato introdotto e coordinato dal Dott. Claudio Capitini, Eco Eno Gastronomo, Responsabile Umbria FFI. I Relatori sono stati, nell’ordine:
- Ten. Col. Alberto Veracini,
Comandante reparto Carabinieri Biodiversità Pieve S. Stefano (AR)
“Una banca seme forestale per la Biodiversità e la Vita” - ing. Umberto Niceforo, Direttore Consorzio di Bonifica Brenta
“I Boschi di ricarica: esperienze pratiche” - dott. Marco Minciaroni, tenuta Castello di Montalera, Panicale (PG)
“Costruire la resilienza nei sistemi agricoli” - dott. Mauro Frattegiani, Presidente Pro Silva Italia
“Selvicoltura e tutela delle risorse idriche” - dott. Andrea Marchesini, AFOR Perugia
“Alberi ed Acqua. Dal Bosco alla forestazione urbana” - dott. Michele Speciale, Arboricoltore ETW, Alberi Maestri APS
“L’Acqua negli Alberi” - dott. Marco Bavelli, Segretario Generale Un Punto Macrobiotico
“Progetto Un Bosco per la Città e il ciclo dell’Acqua” - prof.ssa Alba G.A. Naccari, Pedagogia Generale e Sociale Univ. Foro Italico Roma
“L’Albero della Vita e la metafora dell’Acqua” - dott. Andrea Benedetti, Documentarista e Portavoce ONG Arirambas (Brasile)
“Preservare le Sorgenti in Amazzonia, un percorso verso la Sostenibilità Ambientale” - Emanuele Lombardi, Presidente FFI
“FFI=Boschi=Alberi=Acqua”
Una risposta
La tragedia si Senigallia, è stata provocata in primis dalla perdita drammatica di Humus dei terreni, collante che tiene insieme la terra ed elemento di fertilità in grado di assorbire acqua anche dieci volte il prorprio peso…
moltiplicando per decine di milgiaia di ettati degli impluvi dei fiomi, si comprende come il trattenimento idrico a monte si sia ridotto progressivamente negli utlimi 70 anni, parallelamente alla riduzione e consumo dell’humus causato dai fertilizzanti chimici, disseccanti e diserbanti, pesticidi e distruzione della biodiversità macro e microbiologica…
8 anni fa Senigallia fini sotto acqua per soli 30 mm di pioggia, con 2 morti, il 4 maggio, con tutti i terreni della valle del Misa irrorati di glifosate in presemina primaverile… oggi i terreni sono scivolati a valle sotto la pioggia…
Nel mio articolo pubblicato sul giornale della E 45 (tra Orte e Ravenna) nel 2014, avvisai che la distruzione dei terreni e l’erosione è un fenomeno esponenziale e la prossima bomba idrica avrebbe fatto molti piu danni… Oggi, infatti, abbiamo avuto molti morti e fango in massima parte (mente nel 2004 ce n’era molto meno) sintomo che i terreni si sono ormai sfaldati… Ovviamente, anche la distruzione di siepi e alberature lungo i fossi (un salice pompa ogni giorno fino a 1 m3 di acqua nell’atmosfera cosi come un pioppo o un platano…) e la trascuratezza nella pulitura di fossi e canali (un tempo operata dal Genio Civile), hanno aggravato ulteriormente la situazione. Insieme al cambiamento climatico, causato in primis dalla distruzione dell’Humus dei terreni con emissione di gas serra nell’atmosfera, in gran parte dovuti alla zootecnia industriale e agricoltura intensiva che continua a distruggere foreste pluviali ed humus dei terreni… alimentando bestiamo che consuma come 40 miliardi di esseri umani… per alimentarne solo 4 miliardi (il rendimento della zootecnia è di circa il 10% di quello che gli animali mangiano)… obesi e ammalati… causa pesticidi, ogm, fermaci, ecc… Se non vogliamo vedere la distruzione anche delle città con le prossime alluvioni, dobbiamo riconvertire immediatamente l’agricoltura al biologico, operando con l’Agroecologia e il benessere animale, secondo il sostegno previsto dalle misure europee specifiche che finanziano oltre 200 miliardi di Sviluppo rurale nei prossimi 7 anni…
invece di continuare a regalare la maggior parte dei soldi per una falsa agricoltura integrata, solo in italia diventata volontaria (oltretutto falsificata nel contenuto)… mentre è obbligatoria dal 2014 in tutta europa, e non può pertanto godere di pagamenti agro-climatico-ambientali.
e necessario finanziare cover crops colture di copertura e sovesci, trasemine, consociazioni, agroforestazione, siepi e aree indisturbate, incremeto dell’humus fertilizzanti organici, agricoltura biologica, pascoli rotativi e zootecnica biologica.
Ora o mai più…
…è gia troppo tardi…
Troppo tardi per non fare nulla :
Saluti cari Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Docente di Agricoltura Biologica presso IST. Agrario di Todi.
347 4259872
http://www.cibusinprimis.it – http://www.agernova.it