Il più grande produttore di olio di girasole è l’Ucraina e la guerra in atto impedisce le normali forniture. Per tale motivo molte industrie alimentari stanno sostituendo l’olio di girasole con quello di palma.
Per facilitare la produzione e la distribuzione alimentare, il Governo italiano ha autorizzato la vendita di prodotti alimentari nei quali l’olio di girasole sia stato sostituito con quello di palma anche utilizzando le vecchie etichette purchè siano sovraimpresse in modo da avvisare i consumatori dell’avvenuta sostituzione (nota MISE n. 66415 del 11-3-2022)
Questo dell’olio di palma è un motivo in più per auspicare la fine delle ostilità in Ucraina, infatti, come è noto a tutti da decenni, la sua produzione mette a rischio la salvezza delle foreste tropicali.
Infatti la palma da olio cresce bene solo ai tropici e la sua produzione industriale implica la sostituzione delle foreste tropicali con monocolture di palma, con grave danno per la biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici.
L’incremento dell’uso dell’olio di palma negli alimenti industriali vanifica la lotta che, per anni, milioni di famiglie hanno attivamente combattuto contro la deforestazione delle zone tropicali selezionando prodotti alimentari che non contenessero olio di palma.
Speriamo che le industrie alimentari che hanno eliminato l’olio di palma dai propri ingredienti non debbano tornare sui loro passi utilizzandolo al posto di quello di girasole! Prima di farlo dovrebbero verificare di quanto aumenterebbe il costo dei loro prodotti se usassero altri tipi di olio (magari quello d’oliva?) al posto di quello di girasole. Questo aumento infatti potrebbe essere ben tollerato dai consumatori, almeno da quelli preoccupati delle sorti della biodiversità e dei cambiamenti climatici.