PG MaGù
COD: A0008
Il terreno è stato acquisito dagli attuali proprietari nel dicembre 1991.
Ha un’estensione di circa 1,3 ettari; è posizionato a un’altitudine compresa tra 480 e 525 m (in località Pieve Petroia, comune di Perugia), alle falde sud-occidentali di Monte Tezio.
Prevalentemente – circa 1,1 ettari – è un bosco di roverelle, ceduato (come risulta anche da testimonianze di anziani residenti locali) sicuramente in periodi antecedenti gli anni Settanta del secolo scorso, e nell’ultimo periodo non è mai stato attraversato da incendi; nell’autunno 2002 sono stati abbattuti una quindicina di cipressi arizonici – alberi invasivi piantumati nel dopoguerra senza criteri ecologici – ai fini della ripresa vegetativa delle altre specie autoctone.
Oltre alla roverella, nel bosco sono presenti esemplari sparsi di ciliegio selvatico, acero minore, acero campestre, ginepro, orniello, sorbo domestico, ciavardello, olmo campestre; inoltre si incontrano con facilità specie arbustive ed erbacee tipiche di radura e sottobosco: ginestra, prugnolo, ligustro, corniolo, sanguinello, lentaggine, … rovo, rosa canina, edera, vitalba, asparago, pungitopo, elleboro, cisto, osiride, finocchio selvatico …; sono presenti anche molti funghi eduli, tra cui alcune specie di tartufi.
Gli animali che frequentano il luogo sono quelli tipici della macchia mediterranea collinare sub-appenninica; alcune zone umide - risorgenze idriche e fossi - sono presenti vicino ma fuori dal terreno (pertanto si riscontra ad esempio la presenza del rospo comune nei posti più freschi).
Il resto del terreno – circa 0,2 ettari – è stato disboscato anticamente e lavorato dall’uomo; sono visibili alcuni terrazzamenti sostenuti da muri in pietra a secco (di epoca imprecisata ma ben conservati), su cui sono ancora in vegetazione alcuni esemplari vetusti di olivo, prevalentemente della varietà locale dolce agogia; gran parte dei terrazzamenti è rivestita da una vegetazione arbustiva ‘spontanea’, tipica di una fase pluri-annuale di abbandono colturale. I proprietari intendono ripristinare l’uso agricolo di tali appezzamenti, pulendo i suoli utilizzabili dalla flora eccedente e riportando in produzione gli olivi presenti, con l’aggiunta di altre piantumazioni da stabilire di vegetali commestibili (probabilmente alberi e arbusti da semi e frutti eduli su suoli semi-aridi). Gli interventi ipotizzati riguardano solamente la parte di terreno modificata dall’uomo, mentre il bosco verrebbe lasciato nella sua evoluzione naturale (fatta eccezione per interventi obbligatori di messa in sicurezza).
Come ulteriore informazione a tutela ‘ufficiale’ del terreno in oggetto, esso è situato in area sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico-ambientale (come da relativi decreti nazionali), ed è classificato dalle amministrazioni locali (comune e regione) come “ambito di protezione”, cioè in « zona posta in stretta relazione con “area di particolare interesse naturalistico-ambientale” (Monte Tezio), caratterizzata dalla permanenza dei segni tipici del paesaggio agricolo e da elementi di naturalità, alla quale è assegnata funzione di tutela – dell’area di riserva naturale di Monte Tezio – e di valorizzazione dei caratteri ambientali esistenti ». Dal punto di vista storico, adiacente al terreno è situata una strada secondaria di epoca alto-medioevale, articolazione di una “via maestra” che collegava le città di Cortona e Perugia.