PG bosco di Torre Colombaia
COD: A0047
Bosco di alto fusto disetaneo di quercie di proprietà dell'azienda biologica Torre Colombaia, il cui proprietario, Alfredo, ha offerto con entusiasmo di affiliare la parte di bosco che da sempre ha lasciato alla libera evoluzione per ovvi motivi ambientali ed ecologici.
Da decenni, infatti, Alfredo conserva intatta la gran parte dell’area boschiva, raro esempio di bosco planiziario esteso su 100 ettari, mentre l'azienda fa coltivazioni biologiche di cereali, legumi, semi, ecc. distribuite su circa 60 ettari di terreno agricolo.
Il bosco affiliato è inserito nelle aree di rilevante interesse naturalistico dell’Umbria e fa parte dei Boschi Sereni-Torricella della Rete Natura 2000 - Zone Speciali di Conservazione (ZSC).
Aree protette e iniziative private di tutela: il Museo Diffuso Naturalistico di Torre Colombaia (PG)
Dal libro “Alla scoperta del Museo Diffuso Naturalistico di Torre Colombaia”, Hopi edizioni 2019
“L’Azienda agricola biologica Torre Colombaia, nei pressi di San Biagio della Valle (Marsciano, PG), a circa una ventina di chilometri a sud-ovest di Perugia, tutela alcune delle formazioni boschive più interessanti dell’intera Umbria. Tali aree silvestri, inserite nel più ampio contesto dei cosiddetti Boschi Sereni-Torricella, che si estendono a cavallo dei territori comunali di Perugia e Marsciano coprendo una superficie complessiva di circa 290 ettari, rappresentano uno dei migliori esempi di formazioni boschive di latifoglie decidue di pianura e bassa collina della Valle Umbra. Altrove, a causa di massicci e millenari interventi antropici, queste foreste planiziali e basso-collinari sono state totalmente distrutte per lasciare spazio alle sempre più vaste colture agricole, soprattutto cerealicole, oltre che agli insediamenti umani con tutte le loro infrastrutture.
Il bosco di Torre Colombaia ha conservato uno stato di maggiore naturalità, anche per scopi venatori in passato, questo bosco si presenta ancora in tutto il suo splendore, come vero e proprio “relitto” di quei ricchi e complessi ecosistemi forestali che un tempo ammantavano gran parte delle nostre pianure alluvionali e delle basse colline argillose dell’Umbria centrale.
Questa realtà rappresenta un affascinante e integrato mosaico di ambienti, un vero e proprio “scrigno di biodiversità”, un’area in cui la relativa integrità ecologica è ancora in grado di offrire rifugio a innumerevoli specie vegetali e animali altrove, nelle aree rurali circostanti, del tutto scomparse oppure ridotte a popolazioni oramai estremamente esigue e costantemente sotto minaccia di estinzione locale. Proprio per tutte queste motivazioni, l’importanza del territorio di Torre Colombaia è stata riconosciuta da tempo sia dalla comunità scientifica nazionale, sia dalle competenti autorità regionali che hanno voluto inserire questa località nel novero delle aree di rilevante interesse naturalistico dell’Umbria.
Il bosco di caducifoglie di Torre Colombaia
Un bosco di caducifoglie di clima temperato si caratterizza per una struttura multistratificata, composta sia da specie arboree di diverso sviluppo e altezza, con alberi alti anche una ventina di metri, che da arbusti, piccoli cespugli e infine piante erbacee e muschi.
I boschi di maggiore naturalità, così come gran parte di quelli presenti a Torre Colombaia, sono costituiti da formazioni disetanee, ossia con esemplari delle varie specie arboree di diversa età e sviluppo, dai maestosi colossi vegetali ultrasecolari sino alle piccole e giovanissime plantule, alte anche solo pochissimi centimetri, attraverso piante di età intermedie e altezze estremamente diversificate. Tutto questo conferisce a tali boschi, di elevatissimo pregio ecologico, un aspetto apparentemente caotico, irregolare... totalmente diverso da quei boschi pesantemente plasmati dalle attività umane, caratterizzati da formazioni coetanee, costituite da individui più o meno delle stesse età, sviluppo, altezza e aspetto uniforme, regolare e ordinato... insomma quasi più “colture arboree” che veri e propri boschi. In queste ultime formazioni boschive, purtroppo fra le più diffuse nella nostra regione, i livelli di naturalità e di ricchezza della biodiversità silvestre risultano estremamente bassi... trattandosi di ambienti fortemente impoveriti nelle loro componenti biologiche.
Il bosco di Torre Colombaia, inoltre, grazie a forme di gestione piuttosto attente alla tutela della biodiversità, presenta notevoli quantitativi di fitonecromassa, ossia di piante naturalmente decedute, indispensabili per il mantenimento dei delicati equilibri ecologici forestali. Infatti i tronchi crollati, le varie parti legnose e fogliacee cadute costituiscono elementi di primaria importanza nell’ecologia silvestre, in quanto offrono risorse alimentari a una moltitudine di organismi decompositori, dai microscopici esseri unicellulari sino a vari invertebrati, soprattutto insetti. Tali organismi, facilitando e accelerando la decomposizione del materiale organico vegetale, sono in grado di garantire un continuo arricchimento dei componenti minerali dei suoli e dei terreni sottostanti, necessari allo sviluppo delle varie specie vegetali e dell’intero ecosistema boschivo.
La fitonecromassa, grande ricchezza dei boschi naturali e “risorsa primaria” per gli insetti xilofagi!
Grazie all’elevato livello di naturalità e quindi all’abbondanza di fitonecromassa, cioè di materiale organico in decomposizione, soprattutto parti lignee consistenti di vecchi alberi crollati e mantenuti a terra, i boschi di Torre Colombaia costituiscono un importantissimo luogo di rifugio e di nutrimento per molte specie di invertebrati, principalmente insetti, che presentano un ciclo biologico strettamente legato a queste masse vegetali morte. Affascinanti coleotteri come il grande Cervo volante (Lucanus cervus), il robusto Scarabeo rinoceronte (Oryctes nasicornis), il Cerambice della quercia (Cerambyx cerdo) e il Cerambice minore (Morimus asper), entrambi caratterizzati dalle lunghe ed eleganti antenne, trovano in questi boschi una delle loro ultime “roccaforti” nell’Umbria centrale, in quanto necessitano di un’abbondante massa di materiale vegetale in decomposizione, soprattutto tronchi di vecchi alberi marcescenti, per deporre le loro uova e poi consentire lo sviluppo delle larve. Trattasi di specie da tempo in forte declino in tutt’Italia e anche in buona parte d’Europa, a causa degli sconsiderati interventi di manutenzione… o meglio di cosiddetta “ripulitura”… delle aree boschive, dove l’eliminazione del materiale organico a terra e l’eccessivo sfoltimento del sottobosco, interventi effettuati sia per erronee concezioni di tipo selvicolturale sia per assurde motivazioni di tipo estetico (il “bosco pulito”!), priva innumerevoli organismi di microhabitat e fonti alimentari, oltre che impoverire e degradare gli ecosistemi forestali in generale. Questi insetti, pertanto, con la loro presenza riconfermano il buono stato di conservazione dei boschi di Torre Colombaia, differenziandoli nettamente dalla maggior parte delle formazioni boschive dei territori circostanti, dove da tempo l’originaria e ricca biodiversità locale è stata gravemente danneggiata in tutte le sue più varie componenti.”
Testo di Angelo Barili e foto di Raffaello Pellizzon. Tratte da “Alla scoperta del Museo Diffuso Naturalistico di Torre Colombaia”, Hopi edizioni 2019.